Quando si parla di attacchi di panico di solito ci si focalizza naturalmente sul soggetto vittima del problema e su come questo possa superare il momento in cui il panico arriva.
Spesso però i familiari di questi soggetti, così come gli amici, si trovano impreparati di fronte ad un attacco di panico e si domandano come possano aiutare il diretto interessato a superare il momento.
Chi non è mai stato colpito da un attacco di panico naturalmente non ne conosce i sintomi e lo stato d’animo che questi comportano e di conseguenza non sanno come agire per rassicurare il diretto interessato.
Cosa c’è da sapere sugli attacchi di panico
Chi assiste ad un attacco di panico di una familiare spesso ne resta molto turbato e in un certo senso viene colpito da un senso di impotenza. I sintomi più evidenti che si manifestano con gli attacchi di panico sono la tachicardia, sudore freddo, senso di soffocamento, paura di morte imminente, vertigini.
Chi sta intorno al diretto interessato può fare molto ma prima di tutto deve conoscere le “basi” degli attacchi di panico:
- Tempistica: dobbiamo tener presente che di solito gli attacchi di panico iniziano a scemare automaticamente in non più di 30 minuti dalla comparsa.
- Stato della persona: sebbene i sintomi che questa percepisce nascano da fattori psicologici non dobbiamo sminuire il problema poiché il soggetto in questione sta davvero male, psicologicamente e fisicamente.
- Pericolo: per quanto il soggetto in quel momento creda di morire, chi gli sta intorno deve essere consapevole che non vi è alcun pericolo.
- Farmaci: suggerire l’assunzione di psicofarmaci per calmare la crisi può essere una soluzione momentanea ma è altamente sconsigliata poiché questi non possono curare definitivamente il problema e a lungo andare lo possono prolungare e addirittura cronicizzare.
Come aiutare chi ha una crisi di panico
La prima cosa da fare per aiutare chi ha una crisi di panico è quella di restare tranquilli poiché siete consapevoli che tutto passerà presto e nulla di brutto accadrà. Frasi del genere “Non ti agitare”oppure “Non hai niente” possono far alterare ancora di più il soggetto.
Al contrario di ciò che si pensi l’attacco di panico non va combattuto o represso, ma va lasciato fluire con tutti i suoi sintomi fino a che non si calmerà autonomamente. Ciò che dobbiamo fare quindi è aiutare il soggetto a non opporsi bensì a contemplare i sintomi insieme, ammesso che egli sia consenziente.
Invece di dire frasi inutili potrebbe essere più utile una abbraccio oppure una mano rassicurante poiché il contatto fisico spesso è molto più efficace di tante parole. A tal proposito consigli e critiche sono altamente sconsigliate poiché il soggetto che è nel panico non riuscirà ad ascoltarle e ad accettarle .
Come comportarsi nel quotidiano
Un errore comune che si fa quando in famiglia si ha un soggetto che soffre di attacchi di panico è assecondare le sue paure e limitare la propria vita in virtù del “ e se mi arriva un attacco di panico mentre…”. La giusta strada invece è quella di condurre una vita normale senza che questa venga limitata dalla paura. Se il soggetto stesso si limita non dobbiamo assecondarlo, così come non dobbiamo diventare la sua “ancora di salvezza” ogni qualvolta egli debba andare da qualche parte ma ha paura di farlo. In questo modo invece di aiutarlo non faremo altro che fungere da “psicofarmaco” che non lo guarirà ,ai definitivamente.
La miglior cosa che possiamo fare è instradarlo verso una psicoterapia che possa portare all’origine del problema e risolverlo definitivamente.